martedì 25 dicembre 2007

è natale!

ancora tanti cari auguri di buon natale!
che cosa vi ha portato di bello babbo natale?

semplicemente auguri a tutti !

buon natale a tutti i piccoli bouledogue francesi ed ai loro amici da filippo e da cristina!

domenica 23 dicembre 2007

"questo passa il convento"

lo ammetto, la grafica di questo blog lascia a desiderare e non renda giustizia al bellissimo filippo!

per natale volevo fare qualcosa di bello e sono riuscita solo a mettere una sfigata "scritta scorrevole"e neanche "glitterata"!

perchè il blog di filippo non è fashion come quelli che ci sono sul web?

anche io voglio un bel blog!

e poi, è natale, dov'è l'ormai "inflazionata" neve in flash e dove sono i pupazzetti di neve quando si scorre sulla pagina con il mouse? e lo sfondo rosso con le stelline?

uffa! uffa! uffa!

sono io che sono idiota o sono gli altri che sono geni?

volevo fare anche delle belle foto glitterate del mio amorino, a tema natalizio, ovviamente...non lo so fare...che noia, che barba, che noia e che barba! che vita grama, che grama vita!

sarà per il prossimo natale? spero proprio di si!

per ora vi faccio, anzi, vi facciamo (io e filippo) tanti tanti auguri di buon natale!

passatelo come volete, l'importante è che ci sia un piccolo bouledogue francese a farvi compagnia!

kisses

mercoledì 19 dicembre 2007

boule world

quando ho cominciato a scrivere su questo blog, la mia idea era quella di parlare di filippo e del mio rapporto con lui...poi mi sono detta che sarebbe stato bello parlare anche del bouledogue francese in generale e riportare quegli stessi articoli, tratti dai libri, dalle riviste, dal web, ecc. che mi sono stati utili nell'approcciarmi ad un razza canino-aliena, ancora poco conosciuta e troppo sottovalutata!
che sia polo conosciuta è un dato di fatto e che sia troppo sottovalutata, forse non è che un mio punto di vista, ma ci tengo a dire che si, tutti i cani ti cambiano la vita in meglio, però
un bouledogue è talmente affettuoso, che puoi essere incavolato come non mai, tuttavia ti basta guardarlo negli occhi e non puoi fare a meno di sorridere!
come spesso capita, purtoppo, non va tutto liscio come l'olio, ed è in questi momenti di sconforto che mi rendo conto dell'importanza e della fortuna, perchè è una fortuna, di avere al proprio fianco un amico con la a maiuscola, a cui basta girare per casa per farsi amare con tutto il cuore!
lo vedo, così goffo, e scoppio a ridere come una sciocca...lui non fa niente, magari si sta solo leccando una zampetta, eppure mi fa impazzire...è buffo, non c'è dubbio, non riesce a leccarsi, come fanno tutti i cani del mondo, perchè è una palla che gira su se stessa, allora fa uno strano movimento con la zampa (sembra che stia suonando una chitarra) e agita la bocca come se stesse mordicchiando un ossetto invisibile (il tutto accompagnato da uno splendido sottofondo musicale, un simpatico grugnito!)...è incredibilmente adorabile!
e quando si mette a correre come un pazzo scatenato per tutta la casa, con gli occhi di fuori, da invasato...mi fa morire! corre, corre, corre e poi mi si ferma davanti, vede che io rido come una scema e riprende a correre....gli manca la parola, come si dice dalle mie parti!
ah, quando sta dormendo e russa come un maialino e vado a stuzzicarlo (sono stronzetta, lo so!), se proprio non gli va di darmi retta, fa respiri sempre più profondi e russa fortissimo, come a dire "sto dormendo di brutto, non rompermi le scatole!...che comico!
bando alle ciance, per tornare al topic iniziale, spero che questo blog sia stato davvero utile a qualcuno e che nel 2008 ci ritroveremo ancora qui a discutere del boulealien francese, un cane che è tutto da scoprire!
no, non mi dò arie da maestrina e penso di non essermi mai posta come tale, ma mi piace condividere con chi ama gli animali come me, tutto quello che sto imparando su un mondo molto lontano dal nostro (e menomale), quale il boule world!

domenica 16 dicembre 2007

All I Want For Christmas Is Boule

All I Want For Christmas Is Boule

I don't want a lot for Christmas
There is just one thing I need
I don't care about the presents
Underneath the Christmas tree
I just want Boule for my own
More than you could ever know
Make my wish come true

All I want for Christmas is Boule

martedì 11 dicembre 2007

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NOI POSSIAMO ENTRARE!

eccomi di nuovo qui per darvi altre indicazioni su dove potete passare le vacanze in compagnia dei vostri più cari amici...

giovedì 6 dicembre 2007

da regalo a...randagio

lo so, vostra figlia è una cara bambina che sogna ad occhi aperti di coccolare un bel cucciolo e vostro nipote è così entusiasta di avere un cane tutto per sè che proprio non potete resistere alla tentazione di far trovare loro un regalo davvero speciale sotto l'albero per questo natale!
ma siete sicuri che tutti all'interno della famiglia siano altrettanto contenti di veder girare per casa un animaletto che sporca, perde pelo, vomita, rosicchia mobili e divani, deve fare la passeggiata e così via?
insomma, si, rendete felice il piccolo di uomo per qualche giorno (se non per qualche ora) ma al piccolo di cane chi ci pensa?
alle conseguenze di un gesto, per carità, dolcissimo, chi ci pensa?
non voglio fare il "boule dalla penna rossa", non me ne frega niente di passare per il moralizzatore della situazione e non voglio puntare il dito contro nessuno, però, prima di prendere la decisione di adottare un cucciolo, bisogna sentirsi pronti ad accoglierlo a braccia aperte come un membro della famiglia!
non abbiate fretta e, se ci tenete davvero, anche voi avrete il vostro boule da strapazzare...
...da strapazzare e non da abbandonare alla prima buona occasione!
come ho sempre detto, anche se siamo adorabili, non siamo pupazzi nè tantomeno qualcosa da usare prima e da gettare poi!
mi raccomando, fate i bravi...
boule christmas!

mercoledì 5 dicembre 2007

confessioni di una mente decisamente pericolosa...

mi rendo conto che nell'allevare filippo ne ho fatti di sbagli...se solo potesse capire tutto quello che gli dico, ora saprebbe che mi dispiace di non essere stata in grado di educarlo come avrei dovuto e saprebbe anche che il mio più grande rimpianto è quello di non aver avuto la capacità di insegnargli che non deve vivere per me!
forse è impossibile che un cane non si senta profondamente legato al proprio padrone e sicuramente è talmente naturale e spontaneo che è inutile parlarne , ma è così che mi sento...quando parlo di educazione non mi riferisco solo all'insegnare a sporcare fuori casa o altro ma proprio al rapporto che si instaura tra il cane ed il suo padrone...si, di sbagli ne facciamo tutti, però, se potessi tornare indietro sui miei passi, la prima cosa che farei sarebbe quella di renderlo indipendente da me!
probabilmente non conoscendo il motivo di questa mia riflessione, il discorso che sto facendo potrebbe essere frainteso...non lo so neanche io come spiegarmi...so solo che il "troppo amore", a volte, è un'arma a doppio taglio...
la verità è che in fondo al mio cuore so che sono io quella che davvero dipende in tutto e per tutto da filippo e questa cosa mi condiziona in una maniera tale che non posso pensare al giorno in cui dovremo separarci che mi scoppia la testa...no, non sono melodrammatica...è solo che anche dietro al boule più gioioso e alla persona più sorridente, ricordate,non c'è mai nulla di perfetto!
comunque sia, sto mettendo in discussione un aspetto fondamentale del mio rapporto con filippo ed è inutile nascondersi dietro frasi fatte, come "è solo un cane"...non è così, se sai amare, ami con tutto te stesso e il tuo amore non ha limiti...puoi amare incondizionatamente solo chi ti apre il suo cuore senza chiedere mai perchè e senza farti pesare tutti i tuoi difetti...ecco, io ho avuto la fortuna di conoscere questo tipo di amore e adesso mi sta facendo paura...è strano...è difficile da spiegare...è indescrivibile...ma so di non essere pazza e che c'è qualcuno che mi capisce...
buona notte a tutti!

martedì 4 dicembre 2007

pet therapy

si tratta di una questione delicata, che mi sta a cuore in particolar modo!
per me la cosa più bella che noi pelosi possiamo fare è dare una mano a voi non pelosi...
...a dire il vero, a qualcuno di voi una ceretta non farebbe male
scherzi a parte, mi fa piacere condividere con voi questo argomento così interessante ...

"dio creò l'uomo e poi, vedendolo così debole gli donò il cane"(a. toussenel)


L'intuizione del valore terapeutico degli animali, che risale all'antichità e nel corso dei secoli ha assunto sempre più importanza, trova oggi una strutturazione metodologica e impieghi mirati a specifiche patologie. Per indicare questo tipo di approccio da parte della medicina e della ricerca di base si parla in modo diffuso di pet-therapy, un neologismo di origine anglosassone coniato dallo psichiatra infantile Boris Levinson negli anni '50-'60.Il termine pet-therapy indica una serie complessa di utilizzi del rapporto uomo-animale in campo medico e psicologico. Occorre distinguere tra: Animal-Assisted Activities (AAA) Animal-Assisted Therapy (AAT)
1. Animal-Assisted Activities (AAA)viene tradotta in "attività svolte con l'ausilio di animali" secondo il Centro di collaborazione OMS/FAO per la sanità pubblica veterinaria e l'Istituto Superiore di Sanità, oppure in "attività assistite dagli animali" dall'Istituto Zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise.Le attività hanno l'obiettivo primario di migliorare la qualità della vita di alcune categorie di persone (anziani, ciechi, malati terminali,ecc.). Sono interventi di tipo educativo e/o ricreativo che, finalizzati al miglioramento della qualità della vita, possono essere erogati in vari ambienti da professionisti opportunamente formati, para-professionisti e/o volontari, insieme con animali che rispondono a precisi requisiti. Le AAA sono costituite da incontri e visite di animali da compagnia e a persone in strutture di vario genere. Caratteristiche Non sono necessari obiettivi specifici programmati per ciascuna visita, anche se è opportuno prevedere sempre obiettivi di miglioramento. É opportuno raccogliere e conservare dati sulle visite effettuate. Le visite sono gestite con spontaneità e la loro durata non è prestabilita
2. Animal-Assisted Therapy (AAT) viene tradotta in "Terapie effettuate con l'ausilio di animali" o Uso Terapeutico degli animali da compagnia (UTAC) secondo il Centro di collaborazione OMS/FAO per la sanità pubblica veterinaria e l'Istituto Superore di Sanità, oppure in "terapie assistite dagli animali" dall'Istituto Zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise. Si tratta di una attività terapeutica vera e propria (cioè con precise caratteristiche) finalizzata a migliorare le condizioni di salute di un paziente mediante specifici obiettivi. È una terapia di supporto che integra, rafforza e coadiuva le terapie normalmente effettuate per il tipo di patologia considerato.Può essere impiegata, con pazienti affetti da varie patologie, con questi obiettivi: cognitivi ( miglioramento di alcune capacità mentali, memoria, pensiero induttivo) comportamentali (controllo dell'iperattività, rilassamento corporeo, acquisizioni di regole) psicosociali (miglioramento delle capacità relazionali, di interazione) psicologici in tempo stretto (trattamento della fobia animale, miglioramento dell'autostima) Sono interventi con obiettivi specifici predefiniti, in cui gli animali rispondenti a determinati requisiti sono parte integrante dei trattamenti volti a favorire il miglioramento delle funzioni fisiche, sociali, emotive e/o cognitive nonché della salute del paziente. Si tratta di co-terapie dolci, che affiancando i consueti trattamenti, si rivelano efficaci, anche laddove questi non riescono, grazie soprattutto alla presenza dell'animale.

elenco di alcuni centri di riferimento operativi in Italia

Torino
Dipartimento di Patologia Animale, Università di Torino - Comune di Torino e Arcadia di Fiano per Pet-TherapyProf. Marzio Panichi e Dr.ssa Osella MilanoIstituto di Zootecnia - Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di MilanoProf. C. Carenzi, Prof.ssa M. Verga e Prof.ssa E. CanaliTel. 02-50318039 - 37 - 27 Fax 02-50318030 e-mail marina.verga@unimi.it

Padova
Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie, Università di PadovaProf. Stefano Romagnoli

Parma
Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di ParmaProf. Giovanni Ballarini

Bologna
Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di BolognaProf. Stefano Cinotti

Messina
Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Università di MessinaProf. Antonio Pugliese ( istituzione del primo centro di pet-therapy sul territorio nazionale) Tel. 090-355650/356675 cell.328-9169536 e-mail AntonioPugliese@unime.it

Teramo
Istituto Zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G.Caporale” Dr.ssa Stefania Del Papa e Dr.ssa Lejla Valeriitel. 0861-332305 e-mail l.valerii@izs.it

Roma
Canile Sanitario, Servizio Veterinario ASL Roma DDr. Claudio Fantini e Dr.ssa Eugenia Natoli tel.0665004888 fax 0665001100 e-mail veterinaria@aslromad.it

lunedì 3 dicembre 2007

vengo anch'io! si, tu si!

vi abbaimo trovato un'altra offerta per capodanno per portare con voi il vostro quattrozampe!
non lasciatelo solo a casa
AGRITURISMO IL POGGIO DEL PERO
DA EUR 250 3 NOTTI ....
RIPOSO TOTALE E POTETE PORTARE ANCHE IL VOSTRO CANE ...
A soli 2 km da Panicale - Villaggio ideale d'Italia - tra i colli del Trasimeno, ricoperti di ulivi e vigneti, sorge l'Agriturismo Vocabolo Poggio del Pero.Il tipico casale in pietra, ristrutturato mantendo intatta la sua struttura originaria, si affaccia sulla Valle del Nestore ed è inserito in un angolo di Umbria che ha conservato fino ad oggi una dimensione di armonia ambientale.
Qualunque sia la vostra idea di vacanza: sia che vogliate rilassarvi immersi nel verde; sia che vogliate visitare centri d'arte in Umbria o nella vicina Toscana; sia che siate appassionati di trekking, mountain-bike, equitazione o enoturismo; in ogni caso l'Agriturismo Vocabolo Poggio del Pero è il posto ideale per il vostro soggiorno.

domenica 2 dicembre 2007

natale sta arrivando!

tra pochi giorni è natale e già ci stiamo preparando a festeggiare, ma ricordiamo che tre delle più diffuse piante natalizie sono nocive per noi cagnolini!
poinsettia (rosa o stella di natale), agrifoglio e vischio sono velenosi e i sintomi dell'avvelenamento sono: dolori addominali, vomito e diarrea!
pertanto, non fate avvicinare i vostri amici quattrozampe!
un altro pericolo è rappresentato dagli aghi di pino, fili d'oro e d'argento e decorazioni varie, se ingeriti, creano gravi problemi intestinali!
inoltre, le palline, di plastica o di vetro che siano, possono ferirci!
se dovessimo ingoiare dei pezzetti di plastica dura o di vetro, ugualmente taglienti, sarebbero guai...prestate attenzione!
infine, il solito discorso sul non farci fare abbuffate di pandoro, panettono, torrone e così via...ci fa male!
sono pochissimi e semplicissimi consigli ma per me, che non sto mai fermo, la mia padroncina deve avere non due ma duecento occhi!

distingue i sapori?

molti di noi quattrozampe quando arriva il momento di fare la pappa, facciamo i capricci...
piagnucoliamo quando voi siete a tavola, sperando di ricevere un pezzetto di quello che state mangiando e siamo talmente insistenti che a volte cedete...addirittura vi sentite in colpa, perchè voi state gustando una fetta di torta alla crema e noi dobbiamo guardare...insomma, vi facciamo perdere la testa!
in realtà, noi quattrozampe abbiamo solo 1.700 papille gustative e voi ne avete ben 9.000!
questa è la ragione per cui la nostra ricezione e distinzione del gusto è meno precisa della vostra!
già da cuccioli facciamo differenza fra dolce e amaro e fra acido e salato, ma per noi il sapore di una torta alla crema è più o meno lo stesso di uno snack per cani...certo, quando cresciamo i nostri sensi si affinano e al termine del periodo di transizione, cioè dopo il primo mese di vita, olfatto e gusto diventeranno fondamentali nelle nostre scelte alimentari!
le papille gustative sono concentrate principalmente nella parte anteriore della lingua ed è con essa che cerchiamo di capire se una sostanza possa essere nociva, ma non bisogna dare troppa importanza a quello che può essere il nostro gusto.
infatti, per noi assaggiare il vostro cibo ha soprattutto un valore simbolico, ci fa sentire ancora più importanti , è una sorta di gratificazione...
la verità è che non dovete sentirvi in colpa bensì essere contenti di avere un cane che segue una dieta sana e ricordate che il nostro metabolismo è diverso dal vostro!
le nostre richieste di fonti energetiche sono altre dalle vostre e dandoci da mangiare qualunque cosa, magari solo perchè vi sembra che ci piaccia da morire,ci fate del male...già, mettete a repentaglio la nostra salute, facendoci correre il rischio di diventare obesi o di avere difficoltà digestive!

sabato 1 dicembre 2007

viaggiare con il cane

in questo periodo molti di voi stanno pensando a come trascorrere le vacanze di natale e capodanno...spero di esservi utile dandovi un pò di informazioni su come viaggiare insieme al vostro cane, perchè anche noi cani abbiano diritto ad una bella vacanza!
prima di decidere se lasciarlo a casa o portarlo con voi o se, semplicemente, non sapete proprio come comportarvi, prendetevi cinque minuti e leggete questa semplicissima "guida"!
io finora ho viaggiato solo in macchina, in bus e in treno e non in questi ultimi due casi non ho avuto nessun problema...menomale!!!

regole da seguire in tutti i casi

Portare SEMPRE con sé il libretto sanitario rilasciato dal veterinario con il quale dimostrare di essere in regola con tutte le vaccinazioni.Il libretto, inoltre, può essere utile nel caso che il vostro amico si ammali lontano da casa e vi dobbiate recare da un veterinario. Questi sarà così informato sullo stato di salute o su eventuali particolari problemi che il vostro amico dovesse avere e potrà quindi intervenire tempestivamente.A questo proposito sarà utile avere comunque il N. di telefono del proprio Veterinario.
In alcune regioni italiane e nella maggior parte di Eurolandia è NECESSARIO avere la certificazione antirabbica.Negli Stati Uniti d’America e in Canada è richiesto un CERTIFICATO INTERNAZIONALE di ORIGINE E SANITA', rilasciato dalle USSL o da un veterinario AUTORIZZATO, dal quale risulti che il cane è stato vaccinato contro la rabbia nei tempi previsti e sia stato visitato e riconosciuto in buona saluto il giorno stesso di emissione del certificato.Su ogni mezzo di trasporto i CANI PER NON VEDENTI possono accompagnare il padrone e sono soggetti al massimo all'uso della museruola. E' comunque sempre opportuno avvisare per tempo gli Operatori dei trasporti (Compagnie aeree, di navigazione, Ferrovie, ecc) della presenza del cane in modo che possano provvedere all'adeguata sistemazione
Amico peloso in auto
L’art. 169 del Nuovo Codice Stradale consente di trasportare liberamente in auto un solo cane, purché non costituisca pericolo o intralcio per il conducente dell’auto (quindi deve stare comunque sul sedile posteriore). E’ consentito inoltre il trasporto di un numero superiore di animali se questi vengono custoditi nel vano posteriore dell’auto appositamente diviso da una rete o da altro mezzo analogo; oppure tenendo gli animali (se di piccola taglia) negli appositi "contenitori da trasporto".
Ecco alcuni consigli:
Abituare il cane all’automobile in maniera graduale. Ricordate che per lui si tratta della grande cuccia mobile. Si divertirà
Affrontare il viaggio tenendo a digiuno il cane ( non esagerate ) e portare con sé una ciotola o contenitore per farlo bere. E’ buona norma fermarsi ogni ora per fargli sgranchire le zampe e farlo dissetare (evitate acqua ghiacciata)
Se viaggiate d’estate con una vettura senza impianto di aria condizionata, è necessario tenere aperto un po’ il finestrino per fare circolare l’aria all’interno dell’abitacolo – Attenzione: per lui il divertimento sarà di posizionare la testa fuori dal finestrino; è pericoloso per lungo tempo in quanto può causare otiti o raffreddori
Durante le giornate più calde dovete assolutamente evitare di lasciare il cane chiuso in macchina con i finestrini chiusi; state commettendo un canicidio (?!)
Sui mezzi pubblici e i TaxiOgni Comune ha un proprio regolamento che determina l'accesso degli animali sui mezzi pubblici come autobus, tram e metropolitane. Qualora l'accesso sia consentito i cani devono essere portati al guinzaglio e muniti di museruola e non si deve comunque MAI superare il numero di 2 cani per vettura. Può essere richiesto il pagamento del biglietto.Meglio informarsi presso il proprio comune di appartenenza sul regolamento assegnato ai mezzi pubblici comunali.Nel caso si debba viaggiare in TAXI, è sufficiente informare la compagnia chiamata dell'intenzione di portare animali. L'accettazione è infatti a discrezione del conducente e vi verrà così mandata un'auto sulla quale è possibile portare animali.

Amico peloso in nave
La nave è senza dubbio il mezzo più comodo, insieme all'auto, per viaggiare con lui. Quasi tutte le Compagnie di Navigazione, infatti, accettano animali senza problemi, basta seguire piccole regole.
Se il cane è di piccola taglia , è sufficiente tenerli al guinzaglio e, in qualche caso, munirli di museruola.Potranno stare nella vostra cabina e passeggiare sulla nave.
Per i cani di taglia grossa valgono le stesse regole tranne su quelle navi che esista un "canile a bordo".In questo caso, infatti, è obbligatorio mettere il cane nelle apposite gabbie che sono comunque spaziose e all'aria aperta permettendovi di fare compagnia al vostro amico
In ogni caso dovrete portare con voi il CERTIFICATO DI BUONA SALUTE rilasciato dal veterinario
Per brevi tratte il biglietto può essere gratuito.

Amico peloso in treno
Gli animali di piccola taglia, trasportati nelle apposite gabbiette, non pagano il biglietto e non devono sottostare a particolari regole. Se, al contrario desideriamo farli viaggiare liberi si dovrà acquistare per loro un biglietto di 2a classe a tariffa ridotta.E' essenziale, in questo caso, che i viaggiatori dello scompartimento acconsentano alla presenza del cane.
I cani di taglia grossa, invece, sono soggetti all'uso di guinzaglio e museruola (fermo restando l'assenso degli altri passeggeri) e al pagamento del biglietto di 2a classe a tariffa ridotta. Se si desidera farli viaggiare liberi, sarà necessario prenotare l'intero scompartimento.
Nelle vetture provviste di cuccette per la notte è possibile portare il cane, previo pagamento del biglietto come sopra indicato e di una tassa di disinfestazione.

Su alcuni treni particolari come il Pendolino NON SONO AMMESSI cani di taglia media e grossa perchè non c'è spazio sufficiente a tenere il l'animale accanto a sé. Quelli di PICCOLA TAGLIA sono ammessi SOLO trasportati nelle apposite gabbiette che andranno situate nel vano bagagli.

Amico peloso in aereo
L'aereo è forse il mezzo più difficile con il quale viaggiare insieme agli animali.
Le regole, sono imposte dalle varie compagnie aeree e quindi è bene informarsi presso di loro e comunicare al momento della prenotazione del volo, la presenza di animali.
Ci sono comunque delle regole generali comuni a tutte le compagnie:
I cani di piccola taglia possono essere portati in cabina e devono essere tenuti nelle apposite gabbiette per il trasporto che DOVRANNO avere il fondo impermeabile.Il peso del cane più il contenitore NON DEVE comunque MAI SUPERARE i 10 Kg.
Costi e quant’altro sono da richiedere alla compagnia di bandiera
UN VIAGGIO IN AEREO PUO' ESSERE MOLTO TRAUMATICO PER I NOSTRI AMICI A 4 ZAMPE, SOPRATTUTTO QUANDO SONO COSTRETTI A VIAGGIARE NELLA STIVA.SE E' POSSIBILE CERCHIAMO DI EVITARE LORO UN VIAGGIO DISAGEVOLE CAMBIANDO, MAGARI, MEZZO DI TRASPORTO O CERCANDO PER TEMPO UN'ALTRA SISTEMAZIONE AL NOSTRO AMICO PER IL PERIODO IN CUI NOI SAREMO ASSENTI.

la fedeltà del cane-luigi pirandello

da novelle per un anno, 1922

Mentre donna Giannetta, ancora in sottana, e con le spalle e le braccia scoperte e un po' anche il seno (più d'un po', veramente) si racconciava i bei capelli corvini seduta innanzi alla specchiera, il marchese don Giulio del Carpine finiva di fumarsi una sigaretta, sdrajato sulla poltrona a piè del letto disfatto, ma con tale cipiglio, che in quella sigaretta pareva vedesse e volesse distruggere chi sa che cosa, dal modo come la guardava nel togliersela dalle labbra, dalla rabbia con cui ne aspirava il fumo e poi lo sbuffava. D'improvviso si rizzò sulla vita e disse scrollando il capo:
- Ma no, via, non è possibile!
Donna Giannetta si voltò sorridente a guardarlo, con le belle braccia levate e le mani tra i capelli, come donna che non tema di mostrar troppo del proprio corpo.
- Ancora ci pensi?
- Perché non c'è logica! - scattò egli, alzandosi, stizzito. - Tra me e... coso, e Lulù, via, non tocca a dirlo a me...
Donna Giannetta chinò il capo da una parte e stette così a osservar don Giulio di sotto il braccio come per farne una perizia disinteressata prima di emettere un giudizio. Poi, comicamente, quasiché la coscienza proprio non le permettesse di concedere senza qualche riserva, sospirò:
- Eh, secondo...
- Ma che secondo, fa' il piacere!
- Secondo, secondo, caro mio, - ripeté allora senz'altro donna Giannetta.
Del Carpine scrollò le spalle e si mosse per la camera.
Quand'aveva la barba era veramente un bell'uomo; alto di statura, ferrigno. Ma ora, tutto raso per obbedire alla moda, con quel mento troppo piccolo e quel naso troppo grosso, dire che fosse bello, via, non si poteva più dire, soprattutto perché pareva che lui lo pretendesse, anche così con la barba rasa, anzi appunto perché se l'era rasa.
- La gelosia, del resto, - sentenziò, - non dipende tanto dalla poca stima che l'uomo ha della donna, o viceversa, quanto dalla poca stima che abbiamo di noi stessi. E allora...
Ma guardandosi per caso le unghie, perdette il filo del discorso, e fissò donna Giannetta, come se avesse parlato lei e non lui. Donna Giannetta, che se ne stava ancora alla specchiera, con le spalle voltate, lo vide nello specchio, e con una mossetta degli occhi gli domandò:
- E allora... che cosa?
- Ma sì, è proprio questo! Nasce da questo! - riprese lui, con rabbia. - Da questa poca stima di noi, che ci fa credere, o meglio, temere di non bastare a riempiere il cuore o la mente, a soddisfare i gusti o i capricci di chi amiamo; ecco!
- Oh, - fece allora lei, con un respiro di sollievo. - E tu non l'hai, di te?
- Che cosa?
- Cotesta poca stima che dici.
- Non l'ho, non l'ho, non l'ho, se mi paragono con... coso, con Lulù; ecco!
- Povero Lulù mio! - esclamò allora donna Giannetta, rompendo in una sua abituale risatina, ch'era come una cascatella gorgogliante.
- Ma tua moglie? - domandò poi. - Bisognerebbe ora vedere che stima ha di te tua moglie.
- Oh senti! - s'affrettò a risponderle don Giulio, infiammato. - Non posso in nessun modo crederla capace di preferirmi...
- Coso!
- Non c'è logica! non c'è logica! Mia moglie sarà... sarà come tu vuoi; ma intelligente è. Di noi, ch'io sappia, non sospetta. Perché lo farebbe? E con Lulù, poi?
Donna Giannetta, finito d'acconciarsi i capelli, si levò dalla specchiera.
- Tu insomma, - disse, - difendi la logica. La tua, però. Prendimi il copribusto, di là. Ecco, sì, codesto, grazie. Non la logica di tua moglie, caro mio. Come ragionerà Livia? Perché Lulù è affettuoso, Lulù è prudente, Lulù è servizievole... E mica tanto sciocco poi, sai? Guarda: io, per esempio, non ho il minimo dubbio che lui...
- Ma va'! - negò recisamente don Giulio, dando una spallata. - Del resto, che sai tu? chi te l'ha detto?
- Ih, - fece donna Giannetta, appressandoglisi, prendendolo per le braccia e guardandolo negli occhi. - Ti alteri? Ti turbi sul serio? Ma scusa, è semplicemente ridicolo... mentre noi, qua...
- Non per questo! - scattò Del Carpine, infocato in volto. - Non ci so credere, ecco! Mi pare impossibile, mi pare assurdo che Livia...
- Ah sì? Aspetta, - lo interruppe donna Giannetta.
Gli tese prima il copribusto di nansouk, perch'egli l'ajutasse a infilarselo, poi andò a prendere dalla mensola una borsetta, ne trasse un cartoncino filettato d'oro, strappato dal taccuino, e glielo porse.
Vi era scritto frettolosamente a matita un indirizzo: Via Sardegna, 96.
- Se vuoi, per pura curiosità...
Don Giulio del Carpine restò a guardarla, stordito, col pezzettino di carta in mano.
- Come... come l'hai scoperto?
- Eh, - fece donna Giannetta, stringendosi nelle spalle e socchiudendo maliziosamente gli occhi. - Lulù è prudente, ma io... Per la nostra sicurezza... Caro mio, tu badi troppo a te... Non ti sei accorto, per esempio, com'io da qualche tempo venga qua e ne vada via più tranquilla?
- Ah... - sospirò egli astratto, turbato. - E Livia, dunque...? Via Sardegna: sarebbe una traversa di Via Veneto?
- Sì: numero 96, una delle ultime case, in fondo. C'è sotto uno studio di scultura, preso anche a pigione da Lulù. Ah! ah! ah! Te lo figuri Lulù... scultore?
Rise forte, a lungo. Rise altre volte, a scatti, mentre finiva di vestirsi, per le comiche immagini che le suscitava il pensiero di Lulù, suo marito, scultore in una scuola di nudo, con Livia del Carpine per modella. E guardava obliquamente don Giulio, che s'era seduto di nuovo su la poltrona, col cartoncino arrotolato fra le dita. Quando fu pronta, col cappellino in capo e la veletta abbassata, si guardò allo specchio, di faccia, di fianco, poi disse:
- Non bisogna presumer troppo di sé, caro! Io ci ho piacere per il povero Lulù, e anche per me... Anche tu, del resto, dovresti esserne contento.
Scoppiò di nuovo a ridere, vedendo la faccia che lui le faceva; e corse a sederglisi su le ginocchia e a carezzarlo:
- Vendicati su me, via, Giugiù! Come sei terribile... Ma chi la fa l'aspetta, caro: proverbio! Poiché Lulù è contento, noi adesso...
- Io voglio prima accertarmene, capisci? - diss'egli duramente, con un moto di rabbia mal represso, quasi respingendola.
Donna Giannetta si levò subito in piedi, risentita, e disse fredda fredda:
- Fa' pure. Addio, eh?
Ma s'affrettò a levarsi anche lui, pentito. L'espansione d'affetto a cui stava per abbandonarsi gli fu però interrotta dalla stizza persistente. Tuttavia disse:
- Scusami, Gianna... Mi... mi hai frastornato, ecco. Sì, hai ragione. Dobbiamo vendicarci bene. Più mia, più mia, più mia ....
E la prese, così dicendo, per la vita e la strinse forte a sé.
- No... Dio... mi guasti tutta di nuovo! - gridò lei, ma contenta, cercando d'opporsi con le braccia.
Poi lo baciò pian piano, teneramente da dietro la veletta, e scappò via.
Giugiù del Carpine, aggrottato e con gli occhi fissi nel vuoto, rimase a raschiarsi le guance rase con le unghie della mano spalmata sulla bocca.
Si riscosse come punto da un improvviso ribrezzo per quella donna che aveva voluto morderlo velenosamente, così, per piacere.
Contenta ne era; ma non per la loro sicurezza. No! contenta di non esser sola; e anche (ma sì, lo aveva detto chiaramente) per aver punito la presunzione di lui. Senza capire, imbecille, che se lei, avendo Lulù per marito, poteva in certo qual modo avere una scusa al tradimento, Livia no, perdio, Livia no!
S'era fisso ormai questo chiodo, e non si poteva dar pace.
Dell'onestà di sua moglie, come di quella di tutte le donne in genere, non aveva avuto mai un gran concetto. Ma uno grandissimo ne aveva di sé, della sua forza, della sua prestanza maschile; e riteneva perciò, fermamente, che sua moglie...
Forse però poteva essersi messa con Lulù Sacchi per vendetta.
Vendetta?
Ma Dio mio, che vendetta per lei? Avrebbe fatto, se mai, quella di Lulù Sacchi, non già la sua, mettendosi con un uomo che valeva molto meno di suo marito.
Già! Ma non s'era egli messo scioccamente con una donna che valeva senza dubbio molto meno di sua moglie?
Ecco allora perché Lulù Sacchi mostrava di curarsi così poco del tradimento di donna Giannetta. Sfido! Erano suoi tutti i vantaggi di quello scambio. Anche quello d'aver acquistato, dalla relazione di lui con donna Giannetta, il diritto d'esser lasciato in pace. Il danno e le beffe, dunque. Ah, no, perdio! no, e poi no!
Uscì, pieno d'astio e furioso.
Tutto quel giorno si dibatté tra i più opposti propositi, perché più ci pensava, più la cosa gli pareva inverosimile. In sei anni di matrimonio aveva sperimentato sua moglie, se non al tutto insensibile, certo non molto proclive all'amore. Possibile che si fosse ingannato così?
Stette tutto quel giorno fuori; rincasò a tarda notte per non incontrarsi con sua moglie. Temeva di tradirsi, quantunque dicesse ancora a se stesso che, prima di credere, voleva vedere.

Il giorno dopo si svegliò fermo finalmente in questo proposito di andare a vedere.
Ma, appena sulle mosse, cominciò a provare un'acre irritazione; avvilimento e nausea.
Perché, dato il caso che il tradimento fosse vero, che poteva far lui? Nulla. Fingere soltanto di non sapere. E non c'era il rischio d'imbattersi nell'uno o nell'altra, per quella via? Forse sarebbe stato più prudente andar prima, di mattina, a veder soltanto quella casa, far le prime indagini e deliberare quindi sul posto ciò che gli sarebbe convenuto di fare.
Si vestì in fretta; andò. Vide così la casa al numero 96, la quale aveva realmente al pianterreno lo studio di scultura, per cui donna Giannetta aveva tanto riso. La verità di questa indicazione gli rimescolò tutto il sangue, come se essa importasse di conseguenza la prova del tradimento. Dal portone d'una casa dirimpetto, un po' più giù si fermò a guardare le finestre di quella casa e a domandarsi quali fossero quelle del quartierino appigionato da Lulù. Pensò infine che quel portone, non guardato da nessuno, poteva essere per lui un buon posto da vedere senz'esser visto, quando, a tempo debito, sarebbe venuto a spiare.
Conoscendo le abitudini della moglie, le ore in cui soleva uscir di casa, argomentò che il convegno con l'amante poteva aver luogo o alla mattina, fra le dieci e le undici, o nel pomeriggio, poco dopo le quattro. Ma più facilmente di mattina. Ebbene, poiché era lì, perché non rimanerci? Poteva darsi benissimo che gli riuscisse di togliersi il dubbio quella mattina stessa. Guardò l'orologio; mancava poco più di un'ora alle dieci. Impossibile star lì fermo, in quel portone, tanto tempo. Poiché lì vicino c'era l'entrata a Villa Borghese da Porta Pinciana: ecco, si sarebbe recato a passeggiare a Villa Borghese per un'oretta.
Era una bella mattinata di novembre, un po' rigida.
Entrato nella Villa, don Giulio vide nella prossima pista due ufficiali d'artiglieria insieme con due signorine, che parevano inglesi, sorelle, bionde e svelte nelle amazzoni grige, con due lunghi nastri scarlatti annodati attorno al colletto maschile. Sotto gli occhi di don Giulio essi presero tutt'e quattro a un tempo la corsa, come per una sfida. E don Giulio si distrasse: scese il ciglio del viale, s'appressò alla pista per seguir quella corsa e notò subito, con l'occhio esperto, che il cavallo, un sauro, montato dalla signorina che stava a destra, buttava male i quarti anteriori. I quattro scomparvero nel giro della pista. E don Giulio rimase lì a guardare, ma dentro di sé: sua moglie, donna Livia, su un grosso bajo focoso. Nessuna donna stava così bene in sella, come sua moglie. Era veramente un piacere vederla. Cavallerizza nata! E con tanta passione pei cavalli, così nemica dei languori femminili, s'era andata a mettere con quel Lulù Sacchi frollo, melenso?... Era da vedere, via!
Girò, astratto, assorto, pe' viali, dove lo portavano i piedi. A un certo punto consultò l'orologio e s'affrettò a tornare indietro. S'eran fatte circa le dieci, perbacco! e diventava quasi un'impresa, ora, traversare Via Sardegna per arrivare a quel portone là in fondo. Certo sua moglie non sarebbe venuta dalla parte di Via Veneto, ma da laggiù, per una traversa di Via Boncompagni. C'era però il rischio che di qua venisse Lulù e lo scorgesse.
Simulando una gran disinvoltura, senza voltarsi indietro, ma allungando lo sguardo fin in fondo alla via, Del Carpine andava con un gran batticuore che, dandogli una romba negli orecchi, quasi gli toglieva il senso dell'udito. Man mano che inoltrava, l'ansia gli cresceva. Ma ecco il portone: ancora pochi passi... E don Giulio stava per trarre un gran respiro di sollievo, sgattajolando dentro il portone, quando...
- Tu, qua?
Trasecolò. Lulù Sacchi era lì anche lui, nello stesso portone. Curvo, carezzava un cagnolino lungo lungo, basso basso, di pelo nero; e quel cagnolino gli faceva un mondo di feste, tutto fremente, e si storcignava, si allungava, grattando con le zampette su le gambe di lui, o saltava per arrivare a lambirgli il volto. Ma non era Liri, quello? Sì, Liri, il cagnolino di sua moglie.
Lulù era pallido, alterato dalla commozione; aveva gli occhi pieni di lagrime, evidentemente per le feste che gli faceva il cagnolino, quella bestiola buona, quella bestiola cara, che lo conosceva bene e gli era fedele, ah esso sì, esso sì! non come quella sua padronaccia, donna indegna, donna vile, sì, sì, o buon Liri, anche vile, vile; perché una donna che si porta nel quartierino pagato dal proprio amante un altro amante, il quale dev'essere per forza un miserabile, un farabutto, un mascalzone, questa donna, o buon Liri, è vile, vile, vile.
Così diceva fra sé Lulù Sacchi, carezzando il cagnolino e piangendo dall'onta e dal dolore, prima che Giulio del Carpine entrasse nel portone, dove anche lui era venuto ad appostarsi.
Per un equivoco preso dalla vecchia serva che si recava dopo i convegni a rassettare il quartierino, Lulù aveva scoperto quell'infamia di donna Livia; e, venendo ad appostarsi, aveva trovato per istrada Liri, smarrito evidentemente dalla padrona nella fretta di salir su al convegno.
La presenza del cagnolino, lì, in quella strada, aveva dato la prova a Lulù Sacchi che il tradimento era vero, era vero! Anche lui non aveva voluto crederci; ma con più ragione, lui, perché veramente una tale indegnità passava la parte. E adesso si spiegava perché ella non aveva voluto ch'egli tenesse la chiave del quartierino e se la fosse tenuta lei, invece, costringendolo ogni volta ad aspettare lì, nello studio di scultura, ch'ella venisse. Oh com'era stato imbecille, stupido, cieco!
Tutto intanto poteva aspettarsi il povero Lulù, tranne che don Giulio del Carpine venisse a sorprenderlo nel suo agguato.
I due uomini si guardarono, allibiti. Lulù Sacchi non pensò che aveva gli occhi rossi di pianto, ma istintivamente, poiché le lagrime gli si erano raggelate sul volto in fiamme, se le portò via con due dita e, alla prima domanda lanciata nello stupore da don Giulio: Tu qua! rispose balbettando e aprendo le labbra a uno squallido sorriso:
-Eh?... già... sì... a-aspettavo...
Del Carpine guardò, accigliato, il cane.
- E Liri?
Lulù Sacchi chinò gli occhi a guardarlo, come se non lo avesse prima veduto, e disse:
- Già... Non so... si trova qui...
Di fronte a quella smarrita scimunitaggine, don Giulio ebbe come un fremito di stizza; scese sul marciapiede della via e guardò in su, al numero del portone.
- Insomma è qua? Dov'è?
- Che dici? - domandò Lulù Sacchi ancora col sorriso squallido su le labbra, ma come se non avesse più una goccia di sangue nelle vene.
Del Carpine lo guardò con gli occhi invetrati.
- Chi aspettavi tu qua?
- Un... un mio amico, - balbettò Lulù. - È... è andato su...
- Con Livia? - domandò Del Carpine.
- No! Che dici? - fece Lulù Sacchi, smorendo vieppiù.
- Ma se Liri è qua...
- Già, è qua; ma ti giuro che io l'ho proprio trovato per istrada, - disse col calore della verità Lulù Sacchi infoscandosi a un tratto.
- Qua? per istrada? - ripeté Del Carpine, chinandosi verso il cane. - Sai tu dunque la strada, eh, Liri? Come mai? Come mai?
La povera bestiola, sentendo la voce del padrone insolitamente carezzevole, fu presa da una subita gioja; gli si slanciò su le gambe, dimenandosi tutta; cominciò a smaniare con le zampette; s'allungò, guajolando; poi s'arrotolò per terra e, quasi fosse improvvisamente impazzita, si mise a girare, a girar di furia per l'androne; poi a spiccar salti addosso al padrone, addosso a Lulù, abbajando forte, ora, come se, in quel suo delirio d'affetto, in quell'accensione della istintiva fedeltà, volesse uniti quei due uomini, fra i quali non sapeva come spartire la sua gioja e la sua devozione.
Era veramente uno spettacolo commoventissimo la fedeltà di questo cane d'una donna infedele, verso quei due uomini ingannati. L'uno e l'altro, ora, per sottrarsi al penosissimo imbarazzo in cui si trovavano così di fronte, si compiacevano molto della festa frenetica ch'esso faceva loro; e presero ad aizzarlo con la voce, col frullo delle dita: - Qua, Liri! - Povero Liri! - ridendo tutti e due convulsamente.
A un tratto però Liri s'arrestò, come per un fiuto improvviso: andò su la soglia del portone, vi si acculò un po', sospeso, inquieto, guardando nella via, con le due orecchie tese e la testina piegata da una parte, quindi spiccò la corsa precipitosamente.
Don Giulio sporse il capo a guardare, e vide allora sua moglie che svoltava dalla via, seguita dal cagnolino. Ma sentì afferrarsi per un braccio da Lulù Sacchi, il quale - pallido, stravolto, fremente - gli disse:
- Aspetta! Lasciami vedere con chi...
- Come! - fece don Giulio, restando.
Ma Lulù Sacchi non ragionava più; lo strappò indietro, ripetendo:
- Lasciami vedere, ti dico! Sta' zitto...
Vide Liri, che s'era fermato all'angolo della via, perplesso, come tenuto tra due, guardando verso il portone, in attesa. Poco dopo, dalla porta segnata col numero 96 uscì un giovanottone su i vent'anni, tronfio, infocato in volto, con un paio di baffoni in su, inverosimili.
- Il Toti! - esclamò allora Lulù Sacchi, con un ghigno orribile, che gli contraeva tutto il volto; e, senza lasciare il braccio di don Giulio, aggiunse: - Il Toti, capisci? Un ragazzaccio! Uno studentello! Capisci, che fa tua moglie? Ma gliel'accomodo io, adesso! Lasciami fare... Hai visto? E ora basta, Giulio! Basta per tutti, sai?
E scappò via, su le furie.
Don Giulio del Carpine rimase come intronato. Eh che? Due, dunque: Lulù messo da parte, oltrepassato? Lì, un altro, nello stesso quartierino? Un giovinastro... Sua moglie! E come mai Lulù?... Dunque, stava ad aspettare anche lui?... E quel cagnolino smarrito lì, in mezzo alla via, confuso... eh sfido!... tra tanti... E aveva fatto le feste anche a lui... carino... carino... carino...
- Ah! - fece don Giulio, scrollandosi tutto dalla nausea, dal ribrezzo, ma pur con un segreto compiacimento che, per Lulù almeno, era come aveva detto lui: che veramente, cioè, sua moglie non aveva potuto prenderlo sul serio, e lo aveva ingannato, ecco qua; e non solo, ma anche schernito! anche schernito!
Cavò il fazzoletto e si stropicciò le mani che la bestiola devota gli aveva lambite; se le stropicciò forte forte forte, fin quasi a levarsi la pelle.
Ma, a un tratto, se lo vide accanto, chiotto chiotto, con le orecchie basse, la coda tra le gambe, quel povero Liri, che s'era provato a seguir prima la padrona, poi il Toti, poi Lulù e che ora infine aveva preso a seguir lui.
Don Giulio fu assalito da una rabbia furibonda: gli parve oscenamente scandalosa la fedeltà di quella brutta bestiola, e le allungò anche lui un violentissimo calcio.
- Va' via!