martedì 28 agosto 2007

il cane ed il suo mondo



Gli organi di senso
Il mondo del cane è un mondo fatto, prima di tutto, di ODORI.
Un cane può essere sordo, cieco o senza un arto e la sua vita sarà pressoché normale, un cane che ha perso per qualsiasi motivo il suo fiuto, sarà un essere menomato.
Gli odori svelano al cane il mondo che lo circonda, gli fanno capire ciò che è stato e ciò che potrebbe essere.
Per un cane annusare un marciapiede è come per un umano leggere un giornale, attraverso le tracce lasciate egli capisce cosa lo circonda: se è un posto nuovo, se ci sono cani in giro o ci sono stati, se altri umani, oltre al suo padrone, sono passati di lì, se c’è un giardino vicino dove poter sporcare, se ci sono altri animali nei paraggi.
Egli è in grado di creare delle proprie categorie attraverso l’olfatto: il suo odore, quello della sua casa, quello di altri umani, quello di altri cani, quello dei gatti, quello del cibo, ecc………
L’acume olfattivo che lo accomuna ha molti degli animali selvatici, si è sviluppato proprio perché indispensabile per la sopravvivenza: il lupo (dal quale il cane deriva) grazie al suo fiuto individua le prede, anche molto lontane, e sa tracciarne gli spostamenti.
L’olfatto guida e governa anche la vita sociale del cane: grazie hai feromoni, lasciati dagli altri membri della sua specie, egli è in grado di capire i vari gradi sociali degli altri, se le femmine sono in estro, se c’è un pericolo imminente, se è possibile ingaggiare una lite.
Gli ambulatori veterinari, per i cani, è come se fossero “tappezzati” di volantini dove c’è scritto “sono stato qui ed ho avuto paura”, “questo posto è pericoloso” ecc………
Per questo i proprietari dovrebbero capire:
quanto è importante l’annusare, senza tirare i guinzagli perché il cane si è trattenuto troppo all’angolo di una strada (a noi non piace essere interrotti durante una lettura particolarmente avvincente o piacevole)
quanto è importante l’esplorare posti nuovi, smettendo di pensare che il giardino di casa sia già abbastanza (a noi non piacerebbe leggere ogni giorno lo stesso quotidiano)
La VISTA del cane è diacromatica: il cane percepisce bene il colore blu e giallo; gli altri colori sono sfumature di questi due. E’ un po’ come se noi umani vedessimo solo bianco e nero, il resto dello spettro dei colori sarebbe percepito come varie sfumature di grigio.
Non è vero quindi che i cani vedono in bianco e nero: percepiscono bene blu e giallo, il resto sono sfumature di questi.
E’ vero invece che la visione diventa migliore con una luce bassa o soffusa (questo perché nell’occhio canino sono presenti in numero maggiore i bastoncelli a scapito dei coni).
L’occhio laterale da la possibilità all’animale di avere un campo visivo più ampio del nostro, a scapito però della visione binoculare (appartenete alla razza umana).
I cani hanno una scarsa risoluzione dei dettagli, mentre riescono molto bene a vedere oggetti in movimento anche ad elevate distanze.

L’UDITO del cane è molto più sviluppato del nostro, tanto che l’animale riesce a sentire suoni (ultrasuoni) che noi non percepiamo. Per questa sua caratteristica egli è usato come guardiano. Una piccola stimolazione uditiva può per lui essere già abbastanza per intimarlo all’attenzione.
Attraverso l’udito il cane è capace di codificare la comunicare con i membri della sua specie.
Anche la taglia influenza questo aspetto: i cani piccoli di solito sono più stimolati dal rumore e per questo reagiscono abbaiando, come delle vere e proprie sentinelle; mentre i cani di grossa mole tendono ad essere meno “rumorosi”, ma più portati alla difesa del territorio.
Usando l’abbaio, l’ululato, il ringhio, l’uggiolio e altre sfumature di vocalizzo importanti egli è in grado di comunicare anche con la nostra specie.
L’abbaio serve soprattutto per allertare, difendere il territorio, identificare, sollecitare il gioco, richiedere attenzione. Questo tipo di vocalizzo è molto soggetto a variazioni riconducibili al cane e ad i rituali che mette in pratica con il suo padrone.
L’ululato serve per mantenere un territorio, localizzare, riconoscersi, coordinare delle attività. Questo tipo di vocalizzazione è più presente degli esemplari allo stato selvatico che non nei cani di casa, anche se alcune razze mantengono l’ululato come comunicazione (es. pastore maremmano, siberian husky, malamute, pastore cecoslovacco, pastore di sarlos).
Il ringhio serve come minaccia aggressiva o di difesa, tranne che nella razza dalmata in cui il mostrare i denti è associato con un aspetto piacevole e ludico (è in uso tra gli umani dire infatti che i dalmata “sorridono”).
L’uggiolio indica spesso dolore, sottomissione, richiesta d’attenzione. Il significato di questo vocalizzo varia molto se a praticarlo è un cucciolo o un adulto: di solito i cuccioli lo praticano più di frequente per chiedere attenzione materna ed umana, mentre cani adulti per esprimere dolore.

Il senso del TATTO è usato dal cane in misura minore, rispetto agli altri sensi. Possiamo immaginare che, come noi usiamo le mani per esplorare e capire il mondo, i cani usino il muso per farsi un idea di ciò che hanno davanti.
Per capire se una pallina è morbida, liscia o dura il cane, invece di prenderla in mano come faremmo noi, la spinge col muso, la pesta con una zampa.
Il pelo veicola il senso del tatto nel cane: egli ha peli speciali (vibrisse, i peli che ha sul muso, tragi, peli dell’orecchio, ciglia) con una maggiore innervazione ed apporto sanguigno che permettono all’animale di captare il mondo circostante.

Il cervello
Quello che più differenzia il cervello umano da quello del cane è la modesta quantità di massa grigia dell’animale rispetto a quella contenuta nella scatola cranica umana.
Gran parte del cervello del cane riguarda l’attività sensoriale e di riconoscimento, mentre molto poco di esso è usato per l’associazione di idee. Il sistema libico, che governa la sfera del sonno, è in questa specie, ben sviluppato come nella nostra: ciò determina la capacità anche nel cane di sognare e rilassarsi attraverso l’attività cerebrale delle onde beta.
Una cosa curiosa ed interessante è il fatto, che nel cervello del cane, la zona responsabile del senso dell’olfatto abbia un numero di cellule nervose 40 volte superiore a quelle presenti nella stessa zona del cervello umano.
Per capire quanto, ma soprattutto come, è intelligente il cane non basta avere delle nozioni sul funzionamento neurologico del suo cervello. Egli non sarà in grado di capire concetti astratti, ma è sicuramente in grado di fare delle associazioni, tramite le quali apprende.
Il cane apprende tramite le associazioni ed i rinforzi positivi: un esempio storico è quello del cane di Pavlov.
E’ importante sapere anche che i cani non associano eventi separati nel tempo.
Queste sono nozioni FONDAMENTALI soprattutto quando l’uomo si trova a dover insegnare qualcosa all’animale o a sgridarlo.
Per questo i proprietari dovrebbero ricordare sempre che:
non serve a nulla sgridare il cane dopo che egli ha messo in pratica un comportamento a noi sgradito, o lo si trova sul fatto o si indurrà in lui solo un senso di paura nei nostri confronti
solo il rinforzo positivo è educativo per il cane

Nessun commento: